Secunda graderia, fila 30

La foto qui accanto è inequivocabile, per chi ha occhio. Sta per giocare il Milan. O sta giocando il Milan. Gli spalti sono gremiti - come avrebbero detto Enrico Ameri o Sandro Ciotti - "al limite della capienza". Bandiere, striscioni. Lo stadio sembra in festa. La partita è sicuramente importante. Importantissima. Naturalmente, un occhio esperto capisce subito che questa partita non si gioca a San Siro (o al "Meazza"). Di San Siro ci sono soltanto i colori della gente del Milan.

Infatti è il Camp Nou. Ritratto prima dell'inizio dell'unica finale di Coppa dei Campioni disputata sul prato del Barça. E' il 24 maggio 1989. Avversario del Milan è la Steaua di Bucarest [vedi]: il club che nel 1986 (a Siviglia, dunque sempre in Spagna ma non in Catalogna) proprio al Barça [vedi] aveva negato il primo trionfo nella competizione. Tutti sanno come finì.

"Porta numero 96, ingresso 351, secunda graderia, fila 30. Ad un palmo dalle temibili Brigate Rossonere. Zona calda. Sopra la rete del Milan, per i primi 45 minuti. Stadio tutto rossonero. Mai visto così, nemmeno a San Siro. Noi fedeli milanisti ci sentiamo vicini al cielo, quassù sulle gradinate da 2600 pesetas ...  Il cemento armato delle strutture che sostengono le gradinate superiori vibra come un elastico, arriva la stoccata di Gullit sul palo, si alza il grido di rabbia di novantamila, lo stadio trema ...  Tutto va a gonfie vele. Il diavolo rossonero trionfa, i novantamila fans milanisti sono appagati. Milanisti arrivati persino dalla lontana Norvegia. Milanisti per l' occasione, i ventimila spagnoli che sventolano bandiere e gagliardetti pensando ai rivali del Real Madrid, umiliati a Milano un mese fa. ... Adesso è finita, la gola a pezzi, corriamo fuori dallo stadio lungo la diagonal, nove chilometri di passione prima di arrivare alla piazza di Catalogna, prima di imboccare le mitiche ramblas ... Quattro anni fa a Bruxelles, la finale vinta dalla Juventus fu più triste, fu una finale di morti. Almeno stanotte si ride, il merito é anche di questo enorme popolo rossonero. Arrivato di notte e all' alba. In pullmann o in auto" [Leonardo Coen, La Repubblica, 25 maggio 1989].