Lo Stadio del Sole

Dopo la distruzione del "Partenopeo" (già "Stadio Vesuvio", costruito su iniziativa di colui che aveva fondato il club, Giorgio Ascarelli) nel 1942, il Napoli si spostò alla Stadio "Arturo Collana" del Vomero, poi ridenominato "Stadio della Liberazione". Un impianto che si rivelò tuttavia, e molto presto, inadeguato a soddisfare la passione della città per il gioco e per una squadra che si avviava a entrare nell'élite del calcio italiano. Così, verso la fine degli anni Cinquanta, fu progettata e avviata la costruzione di un nuovo santuario, a Fuorigrotta. Lo chiamarono "Stadio del Sole".


Il giorno dell'inaugurazione non poteva essere scelto meglio. Era in programma la partita delle partite: Napoli-Juventus [vedi]. Era il 6 gennaio 1959.

Esattamente un anno dopo,  dunque il 6 gennaio 1960, lo "Stadio del Sole" (poi ridenominato "San Paolo" per via di una tradizione secondo la quale proprio da qui sarebbe passato Paolo di Tarso durante il suo terzo viaggio) ospitò per la prima volta la nazionale italiana. Una partita (Italia-Svizzera: cineteca) doppiamente storica, perché fu l'ultima di una competizione che si disputava dal lontano 1927: la Coppa Internazionale.

[clic sull'immagine per ottenere una meravigliosa panoramica]


Innumerevoli assi (da Sivori a Maradona, da Altafini a Careca) e indimenticate partite vide il San Paolo sullo scorcio del Novecento. Perciò, a pieno titolo, entrò nella mappa dei luoghi sacri di Eupalla.